sabato 30 aprile 2016

NETFLIX E LA FINE DELLA VITA SOCIALE

Qualche errore l’ho commesso anch’io, seppur sia su questa Terra da appena vent’anni. Avrei potuto fare scelte diverse, avrei potuto insistere, mi sarei dovuto comportare diversamente in alcuni frangenti. Ma l’errore più grande in assoluto è stato indubbiamente l’abbonamento a Netflix, stipulato appena un mese fa. Una mossa avventata che non aveva tenuto conto dell’effetto sanguisuga che il servizio comprende e al quale lo spettatore acconsente appena clicca su “accetto” nell’atto di iscrizione. La fine. Una volta mi piaceva il mondo là fuori, ora mi piace stare a casa a contare quanti Giappocinesi ninja ci sono a Hell’s Kichen (e quanti di essi si contano in realtà due volte, data la loro passione per Gesù). Una volta ridevo con gli amici al pub vicino, ora passo le mie giornata a controllare cosa fanno i ragazzi scapestrati del MacLaren’s. Una volta cercavo in tutti i modi di evitare la vista del sangue e mi sentivo mancare in occasione dei prelievi, ora mi esalto ogni volta che i pazienti di Foreman (che rimane sempre il migliore) trasformano magicamente il loro lettino nel Mar Rosso.


È inutile fingere che non sia nulla, la verità è che la vita di un ragazzo cambia quando comincia a frequentare siti come netflixlovers.it; cambia il modo di rapportarsi con gli altri, di vedere la realtà. Cambiano le abitudini, cambiano i tempi vitali. L’altro giorno ero in università e, al termine di una lezione, incuriosito da alcuni interrogativi lasciati in sospeso dalla professoressa, ho cercato di cliccare invano il tasto “Guarda prossimo episodio”. Ho premuto sul quaderno, Capite?!? Spero non mi abbia notato nessuno.
Ormai Netflix è diventato parte della routine. Sveglia la mattina, Netflix. Colazione, Netflix. Trono polifunzionale dell’uomo medio che non deve chiedere mai (a meno che non manchi qualcosa), Netflix. Pausa di mezz’ora tra due lezioni universitarie, Netflix (e anche cibo a dire il vero - le ore da due ore sono lunghe). Dormiveglia a letto, Netflix. Vedo rosso. Mi sembra di essere Aziz Ansari, ma bianco, e questa è una battuta razzista che lui stesso avrebbe denunciato nella sua serie. Mi sto perdendo.
E, come se non bastasse, ci sono anche i film, i documentari, i cartoni animati, gli anime (che poi sono anche un po’ cartoni animati), i Pokemon. I POKEMON? La mia vita sociale è davvero giunta al tramonto per le serie animate dei Pokemon? Tutto questo panorama ti impedisce di non trovare qualcosa in cui investire il tuo tempo a tempo perduto, qualcosa che faccia esclamare al tuo cervello assuefatto: “Ehi, questa serie in cui Ashton Kutcher fa il giocatore di football mandriano e non è mai credibile ma proprio mai è proprio quello che stavo cercando da sempre, fammi cominciare e finire la prima stagione nella stessa notte insonne!”. Maledetto Ashton Kutcher, ci sei sempre di mezzo tu.


Qualcosa però mi sfuggiva: come poteva questa piattaforma rivoluzionare avere lo stesso dannoso effetto su tutti i suoi abbonati? Dov’era il trucco per netflixizzare tutte queste masse? E poi mi sono dato una risposta: Netflix marcia sulla pigrizia dell’uomo moderno. Vuoi iniziare una serie ma non sai quale scegliere? Netflix sceglie per te attraverso la barra dei consigliati. Vuoi vedere l’ultimo episodio della tua serie preferita ma non hai un briciolo di voglia di accendere il portatile? Netflix arriva anche sul cellulare. Ti stanchi a ricordare il numero della puntata a cui sei arrivato? Netflix riproduce la tua serie dal secondo esatto in cui l’hai interrotta l’ultima volta. E poi cerchi di disintossicarti, cerchi di evitare la grande X per qualche giorno. Ti convinci che la primavera renda tutto più bello, che le persone là fuori siano anche interessanti, magari quando parlano poco; ma poi il dito capita sempre lì. Apri quella pagina e la piattaforma ti chiama per nome: “Mattia, continua a guardare…”. E a quel punto ci rinunci. Pigiama, copertina, tè caldo e si cerca di scoprire chi abbia ucciso il giovane e innocente Danny Latimer.

Ma così non va, credetemi. Non possiamo passare i migliori anni della nostra vita davanti ad una tavoletta a vivere la vita degli altri. La nostra storia aspetta solo noi per prendere forma e inebriarci con inaspettate soddisfazioni. Il vento soffia fuori di noi, dobbiamo solo spalancare le braccia e lasciarci cullare nel meraviglioso ballo della vita. Adesso però scusatemi, hanno annunciato lo spin-off di The Punisher e devo ancora recuperare la prima di Jessica Jones. Ci si vede in giro. Forse.

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