domenica 16 agosto 2015

RECENSIONI DELLA SETTIMANA 10-16 AGOSTO


FILM: Babadook (2015)
Con un minimo di ritardo anche io ho recuperato il film horror di cui molti hanno discusso nelle ultime settimane. Babadook si rifà ad un horror più vicino al filone orientale dei primi anni 2000, distaccandosi così dai vari mockumentary post Rec e dai film legati a terrificanti presenze demoniache che fanno scricchiolare le porte di legno massello alle 3:24 di notte. Brividi. Questo aspetto della pellicola andrebbe elogiato, ma non è tutto oro quello che luccica e il film mostra diverse lacune in quasi due ore. Tralasciando la deficitaria caratterizzazione dei personaggi secondari, non si capisce come il libro abbia scelto proprio quella famiglia come vittima, non si capisce perché ci abbia messo così tanto ad agire, non si capisce perché la protagonista non abbia deciso di scappare dopo aver compreso la gravità della situazione, non si capisce come abbiano fatto le grida della donna a fermare il mostro ma soprattutto perché Babadook si è ridotto a fare da animale domestico per la famigliola felice? Solito problema degli horror moderni che credono di riempire i buchi di trama con la paura, quello che ancora si ostinano a chiamare horror. Poi il film fa paura e intrattiene senza molte pause, allora non lo si può recensire negativamente; almeno non completamente. VOTO: 7


FILM: Shaun - Vita Da Pecora (2015)
Lo studio Aardman colpisce ancora, sulla scia dei capolavori Galline in Fuga e Wallace e Gromit (Oscar come miglior film d’animazione). In occasione della chiusura della serie tv dedicata al personaggio muto di Shaun, la pecora, Park ha deciso di realizzare un lungometraggio dedicato alle avventure degli antropomorfi animali da cortile. In sostanza si tratta di una maxipuntata che vede le pecore, stanche della routine della fattoria, decise ad appropriarsi dell’abitazione del fattore. Questa la banale premessa per una serie esilarante di gag al limite del ridicolo, ma talvolta anche molto intelligenti, che vi terranno incollati allo schermo. Comparto tecnico invece da rivedere; indietro rispetto agli ultimi lavori. Indicato ad un pubblico più infantile, o a coloro che non guardano la propria carta d’identità prima di entrare in sala. VOTO: 7.5


FILM: Niente Paura (2010)
Documentario di Piergiorgio Gay che cerca di ricostruire un immagine complessiva del momento storico attuale del nostro paese malato e bistrattato. Le testimonianze, da quelle dei presunti vip o tali a quelle della gente comune, riescono sempre ad aggiungere qualcosa, una sfumatura al quadro complessivo. Il tutto sulle note leggere dei maggiori successi del Rocker di Correggio (di cui parleremo molto meglio a settembre). Qualitativamente il prodotto dimostra di essere all’altezza delle aspettative e dell’importanza dei temi trattati, ma la grande pecca del film sta nella confusione. Troppi i temi trattati e frettolosi i passaggi da un topic all’altro. La costruzione della linea generale del documentario, in questo senso, poteva essere curata molto meglio. Si rischia che temi fondamentali della storia italiana, come il comunismo di Berlinguer, vengano mescolati ad altri relativamente più futili e quindi di perdere importanza. Buone intenzioni, risultato complessivo da rivedere. VOTO: 6.5


FILM: Fury (2014)
Di questo film abbiamo già ampiamente parlato nella consueta rubrica del giovedì, ma, dopo averlo finalmente visto al cinema, ho pensato di aggiungere il mio modesto parere a quanto già detto dal sommo Antonio. Fury è un film dai due volti: la prima metà del film tenta e riesce a fornire uno spaccato sincero e crudo della guerra vissuta da coloro che vivono giornalmente a contatto con la morte, ovvero i soldati. Ci vengono presentati i membri storici del tank Fury e poi viene introdotto il protagonista, un giovane Percy Jackson capitato lì per caso. Quest’ultimo personaggio in realtà viene presentato più come elemento in cui lo spettatore possa identificarsi e come escamotage cinematografico per proporre semplificate alcune meccaniche consuete del campo di battaglia. I messaggi lanciati in questa prima fase sono molto profondi e interessanti. Spara o muori. Realismo, qualità visiva e qualche elemento tarantiniano riescono a rendere il tutto perfetto. Poi arriva una mina e il carro armato viene messo fuori uso. Insieme ad esso viene messo fuori uso anche il realismo: i protagonisti si ritrovano a dover fronteggiare da soli trecento soldati tedeschi. Non scappano, non cedono, il cielo diventa nero e riescono ad abbatterne centinaia. Si perde così la funzione critica della pellicola in favore dell’intrattenimento, dell’eroismo, dei valori patriottici. Si vira decisamente vero toni più consoni a vuote americanate moderne. Anche l’evoluzione del protagonista risulta forzata e irreale. Peccato. Per quanto riguarda il livello tecnico e la recitazione invece il tutto è eccellente e impeccabile. Aldo Raine sembra sempre più a suo agio; sorpresa LaBeouf. Peccato per le pistole laser di Star Wars, si poteva fare meglio. Il voto finale è la media tra il dieci della prima parte e il sette della seconda. VOTO: 8.5

Nessun commento: