venerdì 24 luglio 2015

COMMENTO WAYWARD PINES FINALE

È decisamente emblematico come l’episodio peggiore dell’intera serie coincida esattamente con l’epilogo. Un’accozzaglia indefinita di tutto ciò che non avrei e avremmo voluto mai vedere in questo viaggio chiamato Wayward Pines. Tralasciando la banalità delle scelte, le interpretazioni scadenti e il finale di cui parlerò in seguito, ciò che più mi ha fatto storcere il naso è stata la scrittura scellerata e infantile dei dialoghi. Banalità su banalità che hanno avuto l’unico risultato di regalarmi un sorriso gratuito per tutta la durata dell’episodio e oltre. Indubbiamente un calo clamoroso nel livello medio della serie. Nuovi personaggi buttati a caso, rapporti che cambiano, battute campate in aria. Tutto molto brutto.


Sostanzialmente la trama della fine si compone di semplici tasselli incastrati a forza: Pilcher spegne le luci per resettare il blocco B (previsto una settimana fa), Ethan riunisce tutti e, dopo minuti di guerriglia urbana contro i mutanti al limite del ridicolo, si dirige verso la residenza del creatore per ribaltare la situazione. Nel tragitto però vari ostacoli si interpongono tra il protagonista e l’obiettivo tanto ardito quali gli abbie e la prima generazione in rivolta. Ciò porterà Ethan a sacrificarsi per consentire la sopravvivenza della specie umana. Poi stacco. Time skip e finale aperto.
Parliamo quindi dei colpi di scena che hanno caratterizzato questo finale, ossia la morte del protagonista e la scena finale in cui Ben si sveglia dopo tre anni di ibernazione. Il primo era annunciato chiaramente da quando il buon agente ha ricevuto in omaggio della dinamite da far saltare al momento opportuno. Esplosivi e zombie. Will Smith e Sam vi dicono qualcosa? In ogni caso una sequenza in sé abbastanza riuscita e per certi versi commovente se siete riusciti ad immedesimarvi nel personaggio nel corso di dieci lunghi episodi (cosa che io non sono stato in grado di fare).


Il finale invece è assai ambiguo nella sua apertura. Non ho ancora maturato un parere definito riguardo ad esso. Nella sua costruzione credo sia buono, perfetto nella scelta del time skip e del vedo-non vedo legato alla rivolta dell’ormai celeberrima prima generazione. L’aspetto che in realtà stana a mio parere del finale aperto è proprio l’apertura. Quando abbiamo cominciato a vedere WP la Fox ci aveva promesso un serial limitato ad una sola stagione, un prodotto fatto e finito che aveva nella sua brevità un plauso, una freschezza estiva che ha garantito alla serie il successo planetario che effettivamente ha riscosso. È come se la casa di produzione e Shyamalan ci avessero traditi promettendo senza mantenere e, cosa peggiore, annunciando appena pochi giorni fa la volontà di non produrre una seconda stagione di WP che vada a riprendere il filo dove la prima si era interrotta. Una notizia che avevo accolto con entusiasmo qualche giorno fa ma che ora pare decisamente fuori luogo. Credo alla fine si realizzi un seguito. Il finale in sé è così appeso da non poter essere lasciato così, è evidente si sia pensato ad un seguito con protagonista il giovane Ben nel ruolo che fu del padre, il compianto Matt Dillon. Chi vivrà vedrà.


Ora passiamo ad un’analisi generale della prima e forse ultima stagione di WP. Che dire? Ha fallito, anche abbastanza clamorosamente aggiungerei. Quelle che erano le promesse fatte in partenza sono state mantenute fino al quinto episodio, poi la serie ha cominciato ad accartocciarsi su se stessa, come se non riuscisse a sostenere il peso delle aspettative create da un paio di episodi davvero ben fatti. Fin quando è stato il mistero il fulcro dell’opera si poteva chiudere anche più di un occhio su eventuali forzature e banalità gratuite, ma senza di esso no. Una serie mascherata da qualcos'altro che, una volta indossate tutte le maschere si è dimostrata senza volto, senza coraggio e senza idee innovative che potessero renderla diversa dalla massa di prodotti banali da cui siamo circondati. WP ha mescolato così tante volte le carte che nelle ultime tre puntate si è ritrovata senza una mano degna, senza jolly. Non tutto è però da buttare; la serie ha infatti avuto degli inaspettati ma notevoli picchi che hanno dimostrato comunque delle doti di scrittura sopra la norma. Grazie a tali picchi la serie è riuscita comunque, nel bene o nel male, ad intrattenere, a tenere attiva la mente dello spettatore facendolo esercitare nell’immaginazione di plausibili spiegazioni per la marea di eventi misteriosi che caratterizzavano la città rinchiusa. Un’esperienza non definitiva (a differenza di quelli sull’Isola) che verrà ricordata molto più per quello che poteva essere ma non è stata piuttosto che per quello che in realtà ha offerto al pubblico di affezionati che ogni settimana hanno letto questo blog e indirettamente discusso con me.

Per cui non mi resta che ringraziare tutti i fedelissimi e gli occasionali, quelli che mi hanno sostenuto e quelli che WP non sanno neanche cos’è. A presto, in attesa di un nuovo fenomeno come Wayward Pines o magari no, magari meglio di no. Ma poi erano davvero nel 4028? Secondo me no.

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