martedì 23 giugno 2015

TRUE DETECTIVE 2 - EPISODIO 1

Dopo mesi di estenuante attesa finalmente ci siamo. La serie rivelazione dello scorso anno è tornata in una nuova veste: nuovi personaggi, nuove ambientazioni, nuovi casi misteriosi da risolvere, nuove scomode verità da portare alla luce. Al timone ancora il giallista Pizzolatto e il regista dal nome esotico Fukunaga. Paragonare la seconda stagione di True Detective alla prima sarebbe quantomeno scorretto e controproducente; la perfezione è solamente eguagliabile. Questo l’hanno capito anche i creatori e i produttori della serie che hanno voluto dare vita ad un prodotto che si allontanasse totalmente dal capolavoro dello scorso anno. Ma saranno riusciti comunque a creare qualcosa di indimenticabile senza cavalcare l’onda del successo di Rust e Marty? Scopriamolo insieme.
Prima di addentrarci nella complessa trama del primo episodio vorrei però soffermarmi a parlare dell’opening, elemento troppo spesso sottovalutato. Se la sigla della prima stagione bucava lo schermo e riusciva a trasportare lo spettatore direttamente all’interno delle contorte menti dei protagonisti, quella della seconda convince meno. Sembra essere poco in linea con il tono della serie; meno incisiva, meno azzeccata, ma non per questo deprecabile.


La puntata si apre con Ray Velcoro, agente di polizia della città di Vinci, che accompagna il figlio a scuola. Egli è divorziato e insicuro riguardo l’effettiva paternità del bambino visto in precedenza. La storia si sposta poi nel passato, quando il giovane agente si lascia convincere da un Vince Vaughn tanto astuto quanto losco nelle sue azioni che la moglie sia stata violentata da un uomo dai capelli scuri di cui il suddetto Frank ha casualmente una fotografia a portata di mano. In verità credo che sia stato lo stesso Vaughn a stuprare la moglie del protagonista, o forse è completamente estraneo alla faccenda, ma in ogni caso il suo obiettivo era quello di intrattenere un rapporto stabile con un membro della polizia di Vinci. Ray decide quindi, in preda a tutte le furie, di farsi giustizia da solo. Verremo poi a sapere che, a distanza di anni, il rapporto di amicizia-utilità tra i due personaggi perdura anche al tempo in cui si svolgono gli eventi principali. Piccola parentesi: l’uso dei flashback è stato volutamente ridimensionato rispetto alla prima stagione e ciò, a mio parere, rappresenta un elemento a favore della serie in quanto grande punto di rottura con il passato.
Vengono presentati poi gli altri due protagonisti della serie: Rachel McAdams (già a lavoro con Vaughn in “Due Single a Nozze”) e Taylor Kitsch. La prima è un’agente di polizia di una cittadini vicino Vinci. Ha una sorella che lavora nel settore del porno nonostante il dissenso dei familiari e un padre santone mistico oltre che una discreta dote di prevenzione nei confronti del genere maschile. Ciò che emerge maggiormente di questo personaggio femminile è la vacuità di una vita che si rifugia nell’alcool e nel lavoro per cercare una compiutezza impalpabile e passeggera. Il secondo protagonista, interpretato da Kitsch, è invece un tormentato agente biker affetto di impotenza e coperto di vistose cicatrici che rischia il licenziamento dal corpo di polizia per aver usufruito di alcuni favori sessuali abusando della divisa. Woodrugh è evidentemente depresso, tanto da tentare il suicidio in moto verso la fine dell’episodio.


Inizialmente il collante tra i tre protagonisti è sconosciuto e in realtà la molteplicità di storie si rivela leggermente destabilizzante per lo spettatore medio in cerca di puro intrattenimento, ma col passare dei minuti alcune elementi cominciano ad essere comuni ai tre mondi fino a quel momento paralleli e indipendenti.  Altro personaggio degno di nota è il sopracitato Franky Vaughn Semyon, uomo della malavita locale e gestore di una serie di locali tra cui un casino. Si intuisce chiaramente che Semyon sia invischiato nell’omicidio che sorregge la puntata, ovvero quello del politico di Vinci Ben Caspar, anch’egli probabilmente coinvolto nel giro di tangenti e nel riciclaggio di denaro estero.
La prima puntata si conclude con i tre protagonisti nell’atto di riconoscere il cadavere di Caspar sul bordo di una fredda e buia strada statale. Velcoro è il responsabile delle indagini legate al cadavere trovato da Woodrugh nel territorio di competenza dalla Bezzerides. Un’intricata rete che collega i tre.
Ancora una volta Pizzolatto si conferma abile scrittore di persone; a risaltare sono infatti le personalità dei singoli personaggi che talvolta potrebbero sembrare eccessivamente sopra le righe (vedi Farrell), ma nel complesso si dimostrano decisamente molto umane. Le pause, le espressioni, le difficoltà esistenziali, i silenzi. Tutto molto bello, tutto molto vero. Il problema è che se una serie vuole definirsi un crime ha bisogno di una trama. La trama di questo primo episodio convince, tiene accessi i cervelli degli spettatori ed appassiona quanto deve, ma due enormi buchi di sceneggatura non possono passare inosservati: il primo si ha quando la McAdams capita casualmente nella casa di una signora ispanica per consegnarle una lettera di sfratto e questa le chiede di trovare la sorella che poi scopriremo essere l’amate di Kitsch. Un volo pindarico eccessivamente forzato per collegare due personaggio che altrimenti sarebbero rimasti estranei l’uno all’altra. L’altro buco di trama riguarda appunto Kitsch, o Woodrugh, che dir si voglia. Questi, nel tentativo di suicidarsi in moto, alla velocità di 110 mph (175 km/h) e con i fari spenti, incredibilmente evita miracolosamente lo schianto e scopre ancor più miracolosamente il cadavere del politico scomparso, così, dal nulla. Male Nic, sai fare di meglio, lo sappiamo.


Per il resto la regia si ripete un po’ troppo spesso ma rimane comunque di alto livello, soprattutto nelle suggestive riprese dall’alto, e la fotografia mostra più colori rispetto a quella della prima stagione, in linea con l’ambientazione e la variazione di temi portanti. Tutto sommato un pilot convincente ma non eccelso, lineare ma anche confuso, semplice ma anche complesso. Un episodio che introduce dei nuovi meravigliosamente problematici personaggio e da il via a otto settimane che ci terranno inevitabilmente col fiato sospeso. True Detective è tornato, fate spazio ai maestri.


Breve puntualizzazione: a causa di impegni e della serializzazione contemporanea dei commenti su Wayward Pines (che vi invito a leggere qui, fatelo, sul serio, vi controllo), ho deciso di analizzare gli episodi di True Detective due alla volta, fino ad arrivare all’ottavo e ultimo, di cui parleremo singolarmente e più approfonditamente per fare anche un bilancio finale della seconda stagione. Per cui, per quei pochi stolti che seguiranno questo blog solo per questa miniserie di commenti, ci vediamo tra due settimane. Intanto buon caldo a tutti e buoni orali (panico).

Nessun commento: