lunedì 29 giugno 2015

RECENSIONI DELLA SETTIMANA 22-28 GIUGNO


ALBUM: Get to Heaven (2015)
Sinceramente tuttora non so chi siano gli Everything Everything, ma Deezer, piattaforma di cui solitamente fruisco per ascoltare gli album da recensire settimanalmente, me lo ha proposto in home page per aver cercato alcuni brani dei Blur nel motore di ricerca interno. Perché non fidarsi del buon Dee (per gli amici)? E difatti l’albm in questione, ossia il terzo del gruppo, è stato per me una piacevole scoperta. Chitarre alternative, sintetizzatori usati con intelligente parsimonia, falsetto piacevole, ma soprattutto una costruzione dei brani stupefacente per me che prima di una settimana fa ignoravo l’esistenza di questa band anglosassone. Ciò che colpisce di più è l’abilità con cui si alternano sezioni semplici ad altre musicalmente complesse, con cui in punti ben precisi si ritrovano accenni all’hip-pop moderno e a come sono stati gestiti gli strumenti. Raramente sentiremo molti suoni accavallarsi per creare una confusa musicalità discordante (*coffcoffimaginedragons); in “Get to Heaven” tutto ha il suo posto, tutto è bilanciato e riconoscibile come se a scrivere fossero dei veterani. Non stiamo parlando di un capolavoro, ma sicuramente di un altro prodotto che purtroppo qui in Italia non ha e non avrà il successo che invece merita. VOTO: 7.5


 ALBUM: How Big, How Blue, How Beautiful (2015)
La sua voce inconfondibile riesce sempre a sorprendermi. Pezzi lenti, pezzi veloci, pezzi sussurrati e pezzi che gridano al mondo i sentimenti più intimi di un’artista totale. Diciamoci la verità: anche in quest’album i Florence and the Machine sono molto Firenze e poca Macchina. Anche quest’ultimo lavoro dimostra le doti eccelsi della cantante, ma, anche se in secondo piano, anche la componente musicale dell’album non è da sottovalutare. Un perfetto connubio che da anni allieta le nostre orecchie. Quest’ultimo lavoro è parso più complesso e riflessivo, a partire dai testi. Soprattutto nella seconda parte dell’album possiamo trovare brani lenti e caldi che controbilanciano l’abbondanza di suoni e artifizi musicali presenti nelle prime canzoni. I singoli però si dimostrano essere i pezzi che ricorderemo più a lungo, “Ship to Wreck” e “What Kind of Man” su tutti. Album che in verità ho ascoltato già più volte e tante altre lo riascolterò; non perfetto, ma indubbiamente Florence. VOTO: 8


FILM: Rock of Ages (2012)
Cosa volete da un musical? Canzoni indimenticabili e coinvolgenti? Coreografie accattivanti e perfettamente armonizzate al conteso? Una storia corale e semplice ma allo stesso tempo divertente? Un Tom Cruise in formissima che interpreta la fotocopia di Bon Jovi? Bene, in “Rock of Ages” troverete tutto ciò e anche di più. La trasposizione cinematografica dell’omonimo musical di Broadway funziona alla meraviglia e vi farà saltare sul divano al ritmo di “We Built This City/We’re Not Gonna Take It” (si, insieme, provate per capire). Vedere molti attori famosi, solitamente legati a generi cinematografici completamente diversi rispetto al musical, fa sorridere e aumenta la curiosità. Il duo Baldwin-Brand è da lacrime divertenti miste ad applausi scroscianti in ogni scena. Il film in questione non è però perfetto, anzi. Soffre di tre problemi principali: l’anonimità dei due giovani protagonisti, la banaltà del motivo della rottura tra Diego e Sherrie e la presenza di alcune canzoni-riempitivo che troppo poco aggiungono alla narrazione per poter essere considerate quantomeno accettabili. Comunque imperdibile per i fan del genere e per i nostalgici degli ‘80s. VOTO: 7.5



FILM: Sucker Punch (2011)

Questo fim, girato da un qualsiasi altro regista, sarebbe potuto durare 60 minuti anziché 120. Snyder non demorde e continua ad abusare del solito rallenty che a tratti funziona e fa stropicciare gli occhi, ma molto spesso annoia e porta gli inesperti spettatori a rifugiarsi nella tranquillità di uno smartphone. La scena inziale in cui la protagonista uccide per sbaglio la sorella nel tentativo di fermare gli abusi del patrigno dura davvero un quarto d’ora. Estenuante. Devo ammettere che però in questa pellicola la scelta dei brani pop riarrangiati, rallentati e adattati alla velocità delle scene è stata interessante. Fotografia troppo sopra le righe. Ma passiamo a parlare della trama: non riesco ancora a dire se si tratti di un’opera d’arte d’avanguardia o di un esempio di tamarraggine senza precedenti. Indubbiamente le scelte in fase di scrittura risultano assai pretenziose e talvolta sfociano nell’arroganza pura. Sembra quasi che Zack, regista e sceneggiatore, abbia voluto trovare un espediente forzato per mostrare le sue presunte doti. Eccessivo nelle scene fantasy, borioso in quelle reali. Il finale pecca nella costruzione ma non nel messaggio, decisamente entusiasmante. “Combatti!”. VOTO: 6.5

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