sabato 6 giugno 2015

COMMENTO WAYWARD PINES EPISODIO 4

Premetto che ho pensato a una linea generale da seguire per quanto riguarda le miniserie che analizzerò da qui all’eternità: ho deciso di concedere un massimo di due passi falsi clamorosi ed evidente ad ogni serie, prima di bollarla come flop. Wayward Pines il primo bonus se l’è giocato con il terzo episodio. In questo quarto invece si rialza, non brillantemente, ma si rialza.


A dirla tutta la puntata parte abbastanza male, sulla scia della precedente. Il protagonista viene nominato inaspettatamente (colpo di scena ad effetto) nuovo sceriffo dopo la dipartita dell’ottimo e minaccioso Howard, ma la notizia dell’imminente investitura da parte del sindaco e dell’infermiera non smuove Ethan di una virgola. L’espressione da duro prevale sul realismo e la puntata inizialmente ne risente. Poi la situazione cambia quando viene introdotto il personaggio chiave di questo episodio: Peter McCall, agente immobiliare stanco della farsa a cui sono costretti gli abitanti di WP e accusato di insubordinazione. La difficile decisione che Burke dovrà prendere sul futuro del pover’uomo sarà centrale per il ritorno al realismo e alla credibilità della trama principale della serie.
Dall’altra parte si sviluppa una sottotrama utile allo sviluppo dei personaggi, ma assai lenta e poco accattivante, legata al giovane Ben, alle prese con l’inserimento nella scuola superiore e quindi nella società del posto. L’unico elemento d’interesse della storia del ragazzo potrebbe essere il fatto che, per il ruolo di insegnanti, sono stati ricondizionati abili psicologi che potrebbero essere la chiave della tacita accettazione della popolazione. Potrebbe trattarsi di una sorta di lavaggio progressivo del cervello. Ma sono solo supposizioni.


Tralasciamo poi la sottotrama romantica che, dopo quattro episodi, è, senza ombra di dubbio, la più estranea al contesto misterioso abilmente costruito nel corso delle puntate. Diciamo che del tradimento di Matt Dillon con Kate (che cerca di appioppare a chiunque i carillon fatti dal marito) non interessa niente a nessuno. Niente.


Passiamo quindi ai misteri misteriosi che mi affliggono e mi tormentano dal giovedì sera al giovedì sera, successivo intendo. Da che parte sta lo psichiatra? Perché a tratti aiuta il protagonista e a tratti complotta contro questo? Cosa sa che noi non sappiamo e fino a che punto è invischiato nella rete vischiosa e “triste” che avvolge l’intera città? Chi ha chiamato a telefono il protagonista per intimarlo di uccidere il malcapitato Peter? Quanto l’infermiera conta in tutto il complesso apparato che tira i fili dei vuoti involucri comunemente noti come cittadini? Chi regola lo scorrere del tempo e quanti giorni sono passati fuori dalle mura dall’inizio della serie? Cosa sono gli “incidenti” che trasportano misteriosamente i protagonisti all’interno della città? Ma soprattutto, chiccaspita sono i “lupi” famelici che hanno ritirato il corpo dell’ex sceriffo? Ecco, in sostanza questi sono i misteri che, a grandi linee, tengono in piedi tutta la struttura e senza i quali avrei smesso di guardare la serie prima di cominciare a vederla.



Questo quarto episodio funziona, dobbiamo ammetterlo. Il ritmo frenetico viene rallentato in favore di una maggiore introspezione psicologica dei protagonisti e la cosa scorre ottimamente; anche la regia aiuta in questo senso il cambio di ritmo. Il vero vanto di questa serie è il livello d’intrattenimento che continua a rimanere alto e invoglia lo spettatore a seguire assiduamente la serie. Aspettando il giro di boa la situazione si è stabilizzata e il mistero continua.

Nessun commento: